martedì 21 giugno 2011


L’Importanza della ricerca ,che come Donne Bassa Reggiana abbiamo voluto e la collaborazione ,che per la sua realizzazione abbiamo dato .


Questa ricerca : DAGLI ANNI SETTANTA AL DUEMILA. DONNE DELLA BASSA REGGIANA TRA SOGNI&POLITICA DI IERI E DI OGGI è importante perché ha aperto una prospettiva d’analisi sul versante femminile ,tra l’altro in un luogo poco indagato come la Bassa , ma come dice anche la ricercatrice: Nadia Caiti, è un importante passo che potrebbe dare seguito ad un seconda indagine per dare valore al lavoro delle donne sia in ambito politico, sociale, sindacale ,amministrativo o del volontariato sociale dove ne troviamo tante impegnate, ma senza alcun ruolo direttivo,a meno che non siano piccole imprenditrici o amministratrici di Cooperative sociali e responsabili della loro azienda o dello loro Cooperativa.

Penso anche al contributo del lavoro silenzioso delle donne impegnate per il cambiamento in positivo della società ( dico in positivo perché di cambiamenti se ne paventano tanti) ,in quanto cittadine , ma anche a quel sottobosco femminile , che nessuno cita, ma che con il loro agire quotidiano tengono in piedi importanti organizzazioni di volontariato : Aido – Avis- Caritas -Cri o altre Associazioni Assistenziali ,per non parlare delle volontarie che lavorano nei Partiti o nei Sindacati. Credo sia interessante scoprirne i compiti ,i ruoli e le funzioni. Per non dimenticarci delle donne che lavorano gratis per la “manutenzione della famiglia”, impegnate nel lavoro di cura di bambini e anziani , che permettono agli occupati in lavori produttivi, di presentarsi in condizioni efficienti sul posto di lavoro, sostituendosi non solo alla carenza di servizi, che ancora a malapena riusciamo a mantenerci,ma anche alla loro scarsa fruibilità sia per i costi stessi diventati spesso non così accessibili, che per la loro organizzazione, distribuzione e funzionalità territoriale .

La ricerca della quale discutiamo oggi , è la storia delle donne istituzionali , che vi hanno lavorato o militato . E’ la storia di donne che hanno avuto un luogo dove rappresentarsi o essere rappresentate – Istituzioni - partiti – sindacati, la storia di donne che hanno lavorato in fabbrica in condizioni veramente difficili, penso a quelle degli anni ’70,… è la storia di giovani donne che il lavoro non è più in grado di garantirle un futuro : farsi una famiglia o programmare una maternità , ma è anche la storia di chi come tante di noi si sono impegnate ,ma che non avevano un luogo (una sede ), e come dice una storica non avevano una storia, perché non avevano contiguità o radici con altre storie .


Il luogo dove operava l’UDI a Guastalla era un non luogo ,non avevamo una sede .Il non luogo è spesso il luogo, paradossalmente parlando, dove militano le donne dei movimenti, precisamente come noi 30 anni fa e come facciamo tuttora con la nostra piccola Associazione “Terra di Donne” , e come fanno le amiche di Reggio del SE-NON-ORA QUANDO … adesso , in questi giorni ,ma che allo stesso tempo sono riuscite con la collaborazione di chi ha un luogo e con l’aiuto di INTERNET a mobilitare centinaia di donne.

Il non luogo è più difficile da rappresentare e da raccontare ma è il luogo dell’agire politico più vicino ai problemi della gente (nel nostro caso le donne ), ed è il luogo dove allo stesso tempo spesso milita e agisce la presenza femminile .E’ il luogo delle piazze ,è il luogo della denuncia , è il luogo della presenza partecipata , è il luogo dei movimenti che a volte ,solo la risonanza mediatica è la prova della loro esistenza.

Ebbene “senza un luogo e senza storia” , i cardini del nostro agire negli anni ‘70 erano: l’assunzione delle responsabilità individuali sulle nostre spalle , per agire infine collettivamente , l’uso ed il possesso della parola - che abbiamo dovuto acquisire, l’autonomia dalle istituzioni , farsi carico di problemi di genere presenti sul territorio ed essere autarchiche nell’organizzazione complessiva che ricadeva tutta su di noi.

La ricerca, noi donne del movimento degli anni ‘70 l’abbiamo cocciutamente voluta e questa ha dato una grande opportunità, sia di lavoro sulla memoria , che relazionale – ha dato anche storia a storie apparentemente senza storia .Ma se leggiamo attentamente alcune pagine della stessa (che ha coinvolto circa 60 persone) vedi le pagine  58-59-60-61- , vi troviamo le indicazioni per comprendere i nostri errori e l’inizio della nostra sconfitta ,sia come movimento delle donne che come donne lavoratrici.


… E l’analisi esposta fa sorgere qualche domanda … se le l’organizzazioni sindacali abbiano ceduto sulle rivendicazioni delle donne che chiedevano:
…permessi retribuiti fin dal 1978 (40 ore retribuite = a 5 giorni di lavoro all’anno per madre e padre ,con figlio a carico fino a 5 anni da utilizzare secondo le esigenze famigliari- pag.61 - perché carenti nella comprensione e nel misurarsi sulle questioni relative al tempo di vita e tempo di lavoro?

Altra domanda - … che le organizzazioni sindacali si fossero rese conto che si sarebbero potuto sviluppare delle lotte separate dai lavoratori maschi dentro la fabbrica, innescando quel separatismo che già come donne agivamo fuori dalla fabbrica , sul fronte del rispetto della differenza di genere creando una condizione sindacale difficile, poi da gestire perché innescata su questa differenza?


Probabilmente ,come sostiene anche Susanna Camusso ,il movimento delle donne sulle proposte per modificare l’organizzazione del lavoro e la conciliazione con i tempi di cura ci ha mollato e qui sta in parte l’origine della la nostra sconfitta e anche dei nostri errori.


Altre pagine molto interessanti sono le testimonianze delle donne all’attaccamento al lavoro, fino a riconoscere con difficoltà il diritto alle ore per l’allattamento acquisite, malgrado le condizioni di lavoro disagevoli e pesanti nel quale lavoravano , (vedi da pag.66-a-69-), mettendo in luce alcune nostre contraddizioni e bisogni .

Seguono le pagine legate alla trasformazione della famiglia : dal passaggio dalla famiglia patriarcale alla famiglia attuale e la frantumazione delle reti parentali (da pag 148-153 )- ma ci sono pagine dalla critica molto forte all’organizzazione del lavoro così come si è strutturato ora , l’inconciliabilità del lavoro con i tempi di vita di donne e uomini e il grande sforzo che fanno le stesse per conciliare il tutto(pag 162-165). Si denunciano sistemi di assunzione legati alle aspettative di maternità facendo firmare in maniera preventiva , moduli in bianco di licenziamento , da utilizzare qualora si manifestasse uno stato di gravidanza.


Ci sono diversi modi per presentare una ricerca ma come facciamo ora , cerchiamo di attualizzarla al massimo per suscitare allo stesso tempo la possibilità di continuarla ,di poter continuare o dare seguito ad un’altra storia e riflettere sull’arretramento anche dell’attuale condizione sociale-sindacale sui diritti e magari dei nostri errori e limiti.
Da questa ricerca ,a partire dalla raccolta del materiale storiografico, si è costituito un gruppo di donne : Donne Bassa Reggiana che oltre alla raccolta parziale di fondi per sostenerla, ha iniziato dopo tanti anni ad impegnarsi socialmente dando vita ad iniziative a difesa, sia della condizione della donna ,che contro la violenza sessuale in collaborazione con la NONDASOLA ,e contro l’uso del Corpo delle donne e le immagini degradanti che lo rappresentano,
coinvolgendo allo stesso tempo le scuole superiori oltre che i cittadini.

Il Gruppo Donne Bassa reggiana ha dato seguito alla nostra Associazione che ora si chiama Terra di Donne , ma la strada per proseguire non è semplice . Speriamo di continuare e andare oltre la pubblicazione del libro, che insieme al sindacato abbiamo sostenuto, ma abbiamo bisogno di maggiori idee, propositive , di partecipazione attiva e più numerosa , di una maggiore forza anche organizzativa , e di giovani donne , come la nostra giovane presidente Sara, che per motivi di lavoro non è potuta essere presente per tempo . E’ una giovane lavoratrice precaria, plurilaureata.

Colgo l’occasione per ringraziare tutte le donne e gli uomini che hanno dato forma a questa bella esperienza , le persone che hanno contribuito sia alla costruzione del dvd che all’organizzazione di questa iniziativa e le altre iniziative che l’hanno preceduta .Vogliamo ringraziare come “Terra di Donne – Associazione ” ex “Gruppo Donne Bassa Reggiana “, tutte le donne che hanno rilasciato la loro testimonianza , le persone che hanno permesso la realizzazione del DVD, le organizzazioni della Cgil e dello SPI del Distretto di Guastalla e Provinciale di Reggio , il Coordinamento Donne dello SPI, che ci è particolarmente vicino , il Centro Studi R60 , la Provincia , i Sindaci che hanno aderito alla iniziativa , la ricercatrice Nadia Caiti e il regista del DVD Nico Guidetti e tutte le persone contattate che hanno direttamente e indirettamente collaborato, ma che ci è impossibile nominare personalmente.


 Terra di Donne - Associazione Bassa Reggiana
 Reggiolo 10-6-2011 Scappi Anna

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