mercoledì 30 novembre 2011

L'addio a “Laila” Malavasi eroina dell'emancipazione -

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Care amiche/ci ,

Terra di Donne - Associazione Bassa Reggiana ,vuole ricordare la memoria della cara amica Anita Malavasi - nome di battaglia Laila - , Improvvisamente scomparsa Domenica 27/11/2011. Laila , la Comandante Partigiana , che " dall'impegno nella Resistenza non'è mai tornata a casa ",ma ha sempre continuato a battersi in difesa dei diritti civili e sociali dei più deboli e delle donne . Persona carismatica ,autorevole e fiera della sua storia ,sempre presente ,attiva e disponibile, la trovavamo al nostro fianco in ogni pubblica iniziativa ,pronta a rimarcare il peso politico delle donne nella società, la difesa dei diritti civili nati dalla Resistenza e a trasmettere entusiasmo ,memoria ,esperienza e conoscenza alle più giovani , incoraggiandole con il suo esempio ad impegnarsi nella difesa dei diritti di giustizia , emancipazione ,democrazia e libertà per tutte/i  le cittadine/i senza distinzione di razza o etniche .
Grazie di cuore Laila .
Guastalla 28/11/2011

Trasmettiamo qui sotto il Comunicato inviatoci dall'ANPI di Guastalla .

Si è spenta oggi domenica 27 novembre 2011, alle ore 4, all'Arcispedale di Reggio, la valorosa partigiana Anita Malavasi ”Laila”

La forza e la passione intatte dei suoi splendidi novant' anni da poco festeggiati ci davano l'illusione che il momento sarebbe stato più lontano.
Da tempo ci accompagnava, presente sempre nei momenti più importanti, indicandoci anche con la sua franchezza e schiettezza, quasi come un testamento ma sereno, la strada più netta e onesta da seguire, le strategie di lotta, le relazioni feconde da attivare, affinchè la Resistenza sia una traccia definitiva di vita, specie per le nuove generazioni

“ Laila” è stata una protagonista del difficile cammino che le donne hanno compiuto per la conquista della libertà , assumendosi giovanissima la responsabilità di scelte difficili e rischiando la vita.

E’ stata una leader riconosciuta ed amata delle lotte delle donne per vedere riconosciuti diritti umani fondamentali: il diritto al lavoro, il rispetto e riconoscimento del valore del loro lavoro e del valore sociale della maternità.
Ha dedicato tutte le sue energie a trasmettere ai più giovani la memoria storica della sua straordinaria esperienza di vita e del ruolo che le donne hanno giocato nella conquista , nella difesa e nello sviluppo della nostra democrazia.
Ciao Laila, ti salutiamo con un sorriso, come vorresti tu, ma con la tua memoria feconda nel cuore.
Quattro Castella, si è spenta la comandante "Laila" Partigiana




                                          Due partigiane in una foto ricordo dei giorni successivi sono (da sinistra)   Maruska e Laila (Anita Malavasi) ritratte assieme al partigiano Gip.


Il partigiano Gip (Armando Morini) esperto guastatore, in una foto sempre del 1945.






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martedì 18 ottobre 2011

I numeri della Casa delle Donne di Bologna

I numeri della Casa delle donne:


maltrattamenti in crescita

Oltre 600 casi nel 2010, più 18%, mentre i fondi sono stati ridotti da 90mila a 65mila. La presidente Bianconi: "Non riusciamo ad accogliere tutte le persone che hanno bisogno"

di BEPPE PERSICHELLA

Calano i finanziamenti pubblici ma non la richiesta di aiuto. Nel 2010 la "Casa delle Donne per non subire violenza" ha accolto 610 donne che hanno subito maltrattamenti fisici e psicologici, il 18% in più rispetto all'anno precedente. Sono per la maggior parte italiane (64%), sposate (42%) e di età compresa fra i 26 e i 45 anni (67%). Di fronte a questa domanda in aumento, non sempre la risposta è stata sufficiente. Lo dicono i numeri del bilancio sociale, presentato ieri mattina dall'associazione assieme all'assessore comunale al Welfare Amelia Frascaroli. "Sono moltissime le richieste che non riusciamo a soddisfare - spiega la presidente Susanna Bianconi - . Le assistenti sociali ci chiamano di continuo, ma spesso dobbiamo rispondere che le nostre case sono piene".




E, come se non bastasse, i tagli agli enti locali hanno colpito anche qui. L'associazione già da quest'anno dovrà contare su un contributo del Comune inferiore di 25 mila euro rispetto a quello del 2010, di circa 90 mila euro. Palazzo D'Accursio tende però una mano all'associazione annunciando la riapertura dello sportello delle pari opportunità, differenze e diritti umani, chiuso durante il commissariamento. L'obiettivo, ha spiegato Frascaroli, è "riprendere quei fili spezzati di percorsi che in questi anni sono comunque cresciuti". Il Comune in questo modo diventerà un "punto di riferimento" per tutte le associazioni che lavorano in quest'ambito in città.



Ma per la Casa delle Donne le buone notizie non finiscono qui, perché quello che sta per concludersi è pur sempre l'anno che ha portato nelle casse dell'associazione un milione di euro donato dal privato Domenico Cantatore, soldi che in parte sono serviti all'acquisto di un immobile e di un nuovo ufficio, e che per il restante andranno ad aiutare l'attività da qui ai prossimi cinque anni. Intanto è in arrivo una terza casa rifugio, concessa dalla Provincia, che aprirà a novembre, per un totale di 20 posti letto. Eppure i numeri del bilancio sociale dell'associazione dicono che ancora non basta. Serve un progetto per l'ospitalità 24 ore su 24, oltre ad un centralino dedicato alle richieste di aiuto. "Molte arrivano proprio alla sera e nei weekend, perché sono in momenti in cui i mariti si trovano a casa - spiega la vicepresidente Angela Romanin - . L'accoglienza 24 ore è uno degli standard chiesti anche dall'Unione Europea, noi non riusciamo ancora a offrirla, ma è una delle nostre priorità".

(18 ottobre 2011) © Riproduzione riservata

FONTE: La Repubblica Bologna.it

giovedì 13 ottobre 2011

PROFONDAMENTE COLPITE PER QUESTA TRAGEDIA CHE CI AVVILISCE ,ADERIAMO E SOTTOSCRIVIAMO QUESTO COMUNICATO

BARLETTA, MORTE CINQUE LAVORATRICI. SENZA DIGNITÀ.



Tina Ceci, 37 anni
Matilde Doronzo, 32
Giovanna Sardaro, 30 anni
Antonella Zaza, 36
Maria Cinquepalmi, 14 anni


Il comitato nazionale Se non ora quando esprime la massima solidarietà ai familiari delle vittime della tragedia di Barletta e sconcerto per una disgrazia che deve riportare al centro dell’attenzione pubblica la necessità di una politica che offra dignità per le donne nel lavoro retribuito, e dignità nei servizi offerti alle loro famiglie quando loro sono a lavorare.

Cinque donne del sud sono morte perché lavoravano in nero in uno scantinato senza sicurezza.

Lo scantinato è crollato, e insieme è crollato il mondo di affetti e di relazioni che ciascuna di loro era.

Non è una tragica fatalità, è una morte annunciata. Queste donne lavoravano senza dignità.

Lavoravano nelle stesse condizioni in cui lavorano in paesi in via di sviluppo e dove non esiste la democrazia : Vogliamo che la qualità del lavoro delle donne sia e resti la stessa che c’è negli altri paesi d’Europa.

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro: ogni giorno uomini e donne nel nostro paese muoiono mentre lavorano, e muoiono nel silenzio di troppi.

Ripetiamo: vogliamo una politica che offra dignità per le donne nel lavoro retribuito e dignità nei servizi offerti alle loro famiglie quando loro sono a lavorare.
Se non ora: quando?
Il comitato nazionale Se Non Ora Quando

SE NON ORA QUANDO

REGGIO EMILIA



INIZIATIVA DEL 14/10/2011 a Poviglio con cenetta , discussione e letture di pagine dal libro

Care Amiche/ci ,
dopo avervi invitate/i all'iniziativa dell'11/10/2011 : Memorie di donne Reggiane nella storia Italiana ,che si tiene presso l'università Modena-Reggio in merito alla pubblicazione della ricerca "Dagli anni Settanta al Duemila - Donne della Bassa Reggiana tra sogni e politica di ieri e di oggi” , tenendo alla vostra presenza vi segnaliamo l'iniziativa che si tiene
VENERDI 14/10/2011 a partire dalle 19,30 presso il Centro del volontariato"KALEIDOS" di Poviglio via Bologna 1. Verrà presentato il libro e si dialogherà su quanto è cambiato e quanto persiste rispetto ai problemi e le condizioni sociali delle donne e degli uomini di oggi sul territorio.
Saranno presenti la ricercatrice Nadia Caiti, Lucia Gardinazzi collaboratrice nella ricerca ,e Marzia dall'Aglio segretaria provinciale dello Spi .
Saranno lette pagine dal libro da parte di Mariangela Dosi.

La prevista cena al prezzo di € 22,00, consiste di questo menu :
- Aperitivo
- Tris di Tortelli (erbetta, patate, zucca con soffritto)
- Scaloppina ai funghi con patatine fritte
- Bis di Torte
- Vino, Acqua, caffè .
Ps. Si può partecipare alla iniziativa anche dalle 21,00 in poi.

Guastalla 11/10/2011.
Cordiamente Anna .             p.Terra di Donne
                                   la Presidente  Sara Balbi Settino





































venerdì 7 ottobre 2011

Memorie di donne Reggiane nella Storia Italiana .

Martedì 11 ottobre 2011 si terrà presso l' Aula Magna P. Manodori dell'Università di Reggio Emilia la presentazione del volume "Dagli anni Settanta al Duemila. Donne della Bassa Reggiana tra sogni e politica di ieri e di oggi, un caso paradigmatico della storia nazionale."
Sono calorosamente invitate tutte le donne che hanno reso possibile la ricerca con la loro testimonianza o partecipazione ai focus e tutte le persone che sono sensibili e interessate alla storia sociale e di vita del nostro territorio .L'iniziativa dal titolo :Memorie di donne reggiane nella storia italiana , si svolgerà Martedi 11/10/2011alle ore 17,00 presso l'Aula Magna "P.Manodari"dell'Università di Modena Reggio con il coordinamento del prof.Nicola Barbieri (Unimore) che introdurrà l'incontro /dibattito alla presenza dell'autrice Nadia Caiti , con  studiose/i di memoria ,oralità e genere.
In tale ambito viene rilanciato il dibattito sui temi della memoria di genere e della storia orale, delle interviste in profondità,ovvero della soggettività nell'ambito della costruzione della storia locale come paradigma nazionale .
NE DISCUTONO CON L'AUTRICE
LUCIA GARDINAZZI    Donne Bassa Reggiana
SARA BALBI SETTINO Terra di Donne
ANTONIO CANOVI       storico della memoria
SANDRO BELLASSAI   storico università di Bologna,        Associazione Maschlile Plurale
MARIA GRAZIA RUGGERINI   LeNove studi e ricerche sociali esperta sui temi di genere.
Introduce e coordina
NICOLA BARBIERI docente Scienze della Formazione,UNIMORE.

Con l'adesione e collaborazione di : CGIL RE, Donne Bassa Reggiana -Terra di Donne ed il Partocinio dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia .
Cliccando sul titolo l'invito.

venerdì 30 settembre 2011

DISCENDENTI SENZA FUTURO - LUISA MURARO- SETTEMBRE 2011


Discendenti senza futuro

Luisa Muraro

Care e cari discendenti, voi che siete già privati di una parte di quel benessere che noi abbiamo goduto ma per il quale abbiamo lottato anche pensando a voi: perdonateci.

Parlo per conto della generazione che vi ha dato vita circa trent'anni fa. Perdonateci di avervi fatto credere che tutto stava andando bene e che per voi sarebbe andata ancora meglio.

Così era successo a noi rispetto ai nostri padri, per cui ci sembrava una traiettoria scritta in cielo e invece era un corto segmento di storia umana. Nel nostro errore, che era anche amore, vi abbiamo dato abitudini e esigenze in funzione di quel meglio del meglio.

Errore. Abbiamo sbagliato. Le cose sono andate come sapete e voi siete impreparati ad affrontarle. Avete gusti costosi. Tirate in lungo gli studi. Non avete esperienza del faticare. Volete fare il lavoro che vi piace. Non volete fare lavoro manuale. Rivendicate diritti a non finire.

La mia non è una predica perché questi che ho elencato non sono mancanze ma modi di essere, frutto di una formazione sulla quale noi non ci siamo chiesti: sarà giusta?

Il mio non è neanche un invito a smettere di sperare nel meglio. Al contrario! Ma senza farci illusioni. Alcuni dicono:la crisi passerà, torneremo a crescere, ecc. Non credeteci: voi, in questa prospettiva della crisi che passerà, sareste comunque una generazione sacrificata, doppiamente.

Privati del benessere desiderato, perché le crisi per superarle costano sacrifici, sareste privati anche del vostro protagonismo storico. Intendo: del compito di una risposta che porti l'umanità fuori dalla parabola di uno sviluppo tutto centrato sui beni di consumo.

La Terra ha risorse limitate, nuovi popoli si affacciano nel nostro orizzonte. Non entrate con loro in qualche competizione mortale, imparate a conoscerli, ad ammirarli, a collaborare. Datevi da fare per un meglio che sarete voi ad avere scoperto.

mercoledì 6 luglio 2011

Profondo dolore per la scomparsa della cara amica Gloria Panizzi.

                                                                        

   
TERRA DI DONNE - ASSOCIAZIONE BASSA REGGIANA

esprime il proprio dolore per la scomparsa della cara amica e preziosa collaboratrice Gloria Panizzi.

Conosciuta in tutta la provincia per il suo impegno civile sia in ambito politico, che scolastico come insegnante all’Istituto Russell di Guastalla, è stata tra le socie fondatrici della nostra Associazione.

La sua esperienza politica , umana e di docente è stata per noi una grande ricchezza.

Ha fondato con noi l’Associazione ,profondamente convinta che nella Bassa fosse necessaria un’ organizzazione femminile autonoma dai partiti ,che desse voce alla condizione della donna e che allo stesso tempo fosse in grado di comunicare con le generazioni future .


L’Associazione, mediante la sua disponibilità , passione e collaborazione ha promosso diverse iniziative contro la violenza sulle donne sia dentro l’Istituto Russell che fuori . Credeva profondamente nella trasmissione della cultura contro la violenza, attraverso i ragazzi ,per la costruzione di nuove relazioni tra adulti e giovani.
Per noi è una grande perdita sia relazionale che politica . I suoi suggerimenti, le sue indicazioni alla fine risultavano le più convincenti e catalizzavano intorno a lei il massimo del consenso.


Ci lascia un profondo ricordo ed una infinita tristezza .
Sincere condoglianze porgiamo ai sui due figli: Sara e Camillo, che in maniera discreta come sapeva fare ,c’è li ha fatti “conoscere” accennando di loro.

Guastalla ,via D Vittorio ,6/7/2011.















           

domenica 26 giugno 2011

Se Non Ora Quando spot siena 09 10:07:11

Tornano le donne di Se non ora quando - Intervista a Cristina Comencini


mobilitazione
19 giugno 2011 at 13:48
Categorie: rassegna stampa
URL: http://wp.me/p1kiiO-yU


C´è stata una gigantesca mobilitazione popolare che ha influenzato le elezioni. Ora mettiamo al centro il lavoro

Silvia Fumarola su Repubblica 19 giugno 2011


ROMA - «Facciamo dell´Italia un paese per donne»: più che uno slogan, un impegno. La regista Cristina Comencini racconta con passione la nuova iniziativa del movimento "Se non ora quando?" che porterà a Siena il 9 e il 10 luglio donne di tutta Italia per confrontarsi sul cammino fatto. Gli stati generali della condizione femminile, raccontata da donne del Sud e del Nord, di sinistra e di destra: tutte. «Tutte invitate» spiega la Comencini «a raccontare cos´è cambiato. È stato un anno intenso, e di cambiamenti importanti: lo dimostrano i risultati delle ultime elezioni e del referendum. È come se un´onda dal profondo avesse smosso il Paese. E non c´è dubbio che a questo risveglio abbiano contribuito gli studenti e le donne».

Signora Comencini, parla di "risveglio" ma le donne non hanno fatto grandi passi avanti.

«L´associazione è nata un anno fa per iniziativa di un gruppo di donne, per capire cosa fosse accaduto in Italia. L´Istat racconta che facciamo ancora una fatica mostruosa e siamo rimaste indietro, nel 2011 la condizione femminile è tornata al centro dell´interesse. Anche gli uomini si sono stancati di vedere rappresentate le donne solo come corpi: è stato il primo passo».

Avete intercettato il malessere e la voglia di condividere un percorso comune: immaginava che il movimento sarebbe cresciuto così?

«No, ma l´onda è cresciuta subito. Nessuno aveva il coraggio di esprimersi, come se il sentimento politico fosse ancora vivo, ma nessuno lo manifestava. Il tam tam è partito sul web, il 13 febbraio è stata una data storica: un milione di persone in piazza, l´Italia mobilitata. La nostra intuizione, partita con lo spettacolo "Libere" era giusta. Sono convinta che quest´onda gigantesca abbia influenzato anche le elezioni».

Avete mai pensato di diventare un movimento politico?

«No. Ma il modo in cui è avvenuta l´adesione indica che c´era voglia di cambiamento. La società civile chiede che nasca la politica delle persone non dell´antagonismo, l´Italia vuole vivere meglio. Si sono mossi gli studenti e le donne, il risveglio ha coinvolto tutti. La politica deve lasciarsi contaminare, sarebbe un suicidio non ascoltare queste nuove voci. Il 13 febbraio ha preso vita una mobilitazione popolare; tra i politici c´era chi l´auspicava e chi la temeva. Nella politica delle donne vanno coinvolti anche gli uomini, è una battaglia che si fa insieme».

A Siena cosa succederà?

«Il 9 e 10 luglio ci riuniremo nel Complesso di santa Maria della Scala, ringrazio il sindaco e la direttrice del museo che ci hanno messo a disposizione la città e la struttura. "Se non ora quando?" si pone un´altra domanda: e adesso? Continuiamo a lavorare. L´Italia non è un paese per donne, vogliamo che lo diventi. Gli ultimi dati Istat dicono che il tasso di occupazione femminile è sceso, che le donne abbandonano il lavoro, non possono permettersi di diventare madri. Un quadro che non è da paese moderno, l´Italia non dà nulla alle donne: va rimesso al centro il lavoro femminile».

Ha girato l´Italia: che idea si è fatta?

«Mia sorella Francesca ha raccolto le storie, abbiamo visto donne di tutte le età e condizione, tante le avevamo contattate per e-mail: sono diverse e simili nella consapevolezza di sentirsi escluse. Chi si è reso conto che le donne sono una ricchezza per l´Italia è il presidente della Repubblica Napolitano. Le donne sono lavoratrici efficienti, hanno un potenziale enorme. La forza del nostro movimento è la trasversalità - si è visto dalla piazza - siamo unite perché contano i principi».


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martedì 21 giugno 2011


L’Importanza della ricerca ,che come Donne Bassa Reggiana abbiamo voluto e la collaborazione ,che per la sua realizzazione abbiamo dato .


Questa ricerca : DAGLI ANNI SETTANTA AL DUEMILA. DONNE DELLA BASSA REGGIANA TRA SOGNI&POLITICA DI IERI E DI OGGI è importante perché ha aperto una prospettiva d’analisi sul versante femminile ,tra l’altro in un luogo poco indagato come la Bassa , ma come dice anche la ricercatrice: Nadia Caiti, è un importante passo che potrebbe dare seguito ad un seconda indagine per dare valore al lavoro delle donne sia in ambito politico, sociale, sindacale ,amministrativo o del volontariato sociale dove ne troviamo tante impegnate, ma senza alcun ruolo direttivo,a meno che non siano piccole imprenditrici o amministratrici di Cooperative sociali e responsabili della loro azienda o dello loro Cooperativa.

Penso anche al contributo del lavoro silenzioso delle donne impegnate per il cambiamento in positivo della società ( dico in positivo perché di cambiamenti se ne paventano tanti) ,in quanto cittadine , ma anche a quel sottobosco femminile , che nessuno cita, ma che con il loro agire quotidiano tengono in piedi importanti organizzazioni di volontariato : Aido – Avis- Caritas -Cri o altre Associazioni Assistenziali ,per non parlare delle volontarie che lavorano nei Partiti o nei Sindacati. Credo sia interessante scoprirne i compiti ,i ruoli e le funzioni. Per non dimenticarci delle donne che lavorano gratis per la “manutenzione della famiglia”, impegnate nel lavoro di cura di bambini e anziani , che permettono agli occupati in lavori produttivi, di presentarsi in condizioni efficienti sul posto di lavoro, sostituendosi non solo alla carenza di servizi, che ancora a malapena riusciamo a mantenerci,ma anche alla loro scarsa fruibilità sia per i costi stessi diventati spesso non così accessibili, che per la loro organizzazione, distribuzione e funzionalità territoriale .

La ricerca della quale discutiamo oggi , è la storia delle donne istituzionali , che vi hanno lavorato o militato . E’ la storia di donne che hanno avuto un luogo dove rappresentarsi o essere rappresentate – Istituzioni - partiti – sindacati, la storia di donne che hanno lavorato in fabbrica in condizioni veramente difficili, penso a quelle degli anni ’70,… è la storia di giovani donne che il lavoro non è più in grado di garantirle un futuro : farsi una famiglia o programmare una maternità , ma è anche la storia di chi come tante di noi si sono impegnate ,ma che non avevano un luogo (una sede ), e come dice una storica non avevano una storia, perché non avevano contiguità o radici con altre storie .


Il luogo dove operava l’UDI a Guastalla era un non luogo ,non avevamo una sede .Il non luogo è spesso il luogo, paradossalmente parlando, dove militano le donne dei movimenti, precisamente come noi 30 anni fa e come facciamo tuttora con la nostra piccola Associazione “Terra di Donne” , e come fanno le amiche di Reggio del SE-NON-ORA QUANDO … adesso , in questi giorni ,ma che allo stesso tempo sono riuscite con la collaborazione di chi ha un luogo e con l’aiuto di INTERNET a mobilitare centinaia di donne.

Il non luogo è più difficile da rappresentare e da raccontare ma è il luogo dell’agire politico più vicino ai problemi della gente (nel nostro caso le donne ), ed è il luogo dove allo stesso tempo spesso milita e agisce la presenza femminile .E’ il luogo delle piazze ,è il luogo della denuncia , è il luogo della presenza partecipata , è il luogo dei movimenti che a volte ,solo la risonanza mediatica è la prova della loro esistenza.

Ebbene “senza un luogo e senza storia” , i cardini del nostro agire negli anni ‘70 erano: l’assunzione delle responsabilità individuali sulle nostre spalle , per agire infine collettivamente , l’uso ed il possesso della parola - che abbiamo dovuto acquisire, l’autonomia dalle istituzioni , farsi carico di problemi di genere presenti sul territorio ed essere autarchiche nell’organizzazione complessiva che ricadeva tutta su di noi.

La ricerca, noi donne del movimento degli anni ‘70 l’abbiamo cocciutamente voluta e questa ha dato una grande opportunità, sia di lavoro sulla memoria , che relazionale – ha dato anche storia a storie apparentemente senza storia .Ma se leggiamo attentamente alcune pagine della stessa (che ha coinvolto circa 60 persone) vedi le pagine  58-59-60-61- , vi troviamo le indicazioni per comprendere i nostri errori e l’inizio della nostra sconfitta ,sia come movimento delle donne che come donne lavoratrici.


… E l’analisi esposta fa sorgere qualche domanda … se le l’organizzazioni sindacali abbiano ceduto sulle rivendicazioni delle donne che chiedevano:
…permessi retribuiti fin dal 1978 (40 ore retribuite = a 5 giorni di lavoro all’anno per madre e padre ,con figlio a carico fino a 5 anni da utilizzare secondo le esigenze famigliari- pag.61 - perché carenti nella comprensione e nel misurarsi sulle questioni relative al tempo di vita e tempo di lavoro?

Altra domanda - … che le organizzazioni sindacali si fossero rese conto che si sarebbero potuto sviluppare delle lotte separate dai lavoratori maschi dentro la fabbrica, innescando quel separatismo che già come donne agivamo fuori dalla fabbrica , sul fronte del rispetto della differenza di genere creando una condizione sindacale difficile, poi da gestire perché innescata su questa differenza?


Probabilmente ,come sostiene anche Susanna Camusso ,il movimento delle donne sulle proposte per modificare l’organizzazione del lavoro e la conciliazione con i tempi di cura ci ha mollato e qui sta in parte l’origine della la nostra sconfitta e anche dei nostri errori.


Altre pagine molto interessanti sono le testimonianze delle donne all’attaccamento al lavoro, fino a riconoscere con difficoltà il diritto alle ore per l’allattamento acquisite, malgrado le condizioni di lavoro disagevoli e pesanti nel quale lavoravano , (vedi da pag.66-a-69-), mettendo in luce alcune nostre contraddizioni e bisogni .

Seguono le pagine legate alla trasformazione della famiglia : dal passaggio dalla famiglia patriarcale alla famiglia attuale e la frantumazione delle reti parentali (da pag 148-153 )- ma ci sono pagine dalla critica molto forte all’organizzazione del lavoro così come si è strutturato ora , l’inconciliabilità del lavoro con i tempi di vita di donne e uomini e il grande sforzo che fanno le stesse per conciliare il tutto(pag 162-165). Si denunciano sistemi di assunzione legati alle aspettative di maternità facendo firmare in maniera preventiva , moduli in bianco di licenziamento , da utilizzare qualora si manifestasse uno stato di gravidanza.


Ci sono diversi modi per presentare una ricerca ma come facciamo ora , cerchiamo di attualizzarla al massimo per suscitare allo stesso tempo la possibilità di continuarla ,di poter continuare o dare seguito ad un’altra storia e riflettere sull’arretramento anche dell’attuale condizione sociale-sindacale sui diritti e magari dei nostri errori e limiti.
Da questa ricerca ,a partire dalla raccolta del materiale storiografico, si è costituito un gruppo di donne : Donne Bassa Reggiana che oltre alla raccolta parziale di fondi per sostenerla, ha iniziato dopo tanti anni ad impegnarsi socialmente dando vita ad iniziative a difesa, sia della condizione della donna ,che contro la violenza sessuale in collaborazione con la NONDASOLA ,e contro l’uso del Corpo delle donne e le immagini degradanti che lo rappresentano,
coinvolgendo allo stesso tempo le scuole superiori oltre che i cittadini.

Il Gruppo Donne Bassa reggiana ha dato seguito alla nostra Associazione che ora si chiama Terra di Donne , ma la strada per proseguire non è semplice . Speriamo di continuare e andare oltre la pubblicazione del libro, che insieme al sindacato abbiamo sostenuto, ma abbiamo bisogno di maggiori idee, propositive , di partecipazione attiva e più numerosa , di una maggiore forza anche organizzativa , e di giovani donne , come la nostra giovane presidente Sara, che per motivi di lavoro non è potuta essere presente per tempo . E’ una giovane lavoratrice precaria, plurilaureata.

Colgo l’occasione per ringraziare tutte le donne e gli uomini che hanno dato forma a questa bella esperienza , le persone che hanno contribuito sia alla costruzione del dvd che all’organizzazione di questa iniziativa e le altre iniziative che l’hanno preceduta .Vogliamo ringraziare come “Terra di Donne – Associazione ” ex “Gruppo Donne Bassa Reggiana “, tutte le donne che hanno rilasciato la loro testimonianza , le persone che hanno permesso la realizzazione del DVD, le organizzazioni della Cgil e dello SPI del Distretto di Guastalla e Provinciale di Reggio , il Coordinamento Donne dello SPI, che ci è particolarmente vicino , il Centro Studi R60 , la Provincia , i Sindaci che hanno aderito alla iniziativa , la ricercatrice Nadia Caiti e il regista del DVD Nico Guidetti e tutte le persone contattate che hanno direttamente e indirettamente collaborato, ma che ci è impossibile nominare personalmente.


 Terra di Donne - Associazione Bassa Reggiana
 Reggiolo 10-6-2011 Scappi Anna

mercoledì 15 giugno 2011

Siamo l'Italia peggiore

di Sara Di Antonio 

E' vero, siamo l'Italia peggiore. A Milano, oggi capitale morale del risveglio di un nazione, da sempre barometro degli umori del paese, stracciavano sorridendo i curricula dei migliaia di laureati che accorrevano dalle province italiane per cercare un'occasione, un posto, un lavoro. Nel migliore dei casi li facevano diventare stagisti, o se preferite stagière alla francese che è molto più elegante ed etimologicamente corretto: ma pur sempre soggetti mal pagati, o non pagati, ingabbiati al buio di un ufficio o di un'agenzia almeno fino alle diciotto pena sentirti chiedere, se abbozzi l'uscita: “Oggi fai part-time?”.

Poi gli animi nobili della politica, dall'alto della loro terza media, ti dicevano che no, non tutti possono laurearsi in filosofia orientale, ma c'è bisogno di tecnici e ingegneri: salvo che questi ultimi, avendo fiutato l'aria, non sono poi così rari, e studiano matematica applicata tanto per guadagnare gli onestissimi millecinquencento euro dei loro padri carrozzieri.

Della mattanza dei laureati in scienze della comunicazione non posso parlarvi, perché ho visto troppe amiche talentuose condannate a rispondere al telefono in qualche oscuro ufficio Urp della provincia emiliano-romagnola mentre la collega fa i pallini sul calendario dei giorni di ferie che prenderà: ma parliamo di privilegiate, non costrette ad aprire la partita Iva per lavorare - guai a sgarrare - le loro nove ore consecutive nel bel mondo della comunicazione o della pubblicità.

Dai co.co.co., che ricordava le notti sguaiate di “Indietro tutta”, si passò al più austero co.co.pro., ed è davvero troppo sentire appelli alla microimprenditorialità individuale nei rimbrotti sontuosi dei fruitori dei vitalizi parlamentari o dagli inventori degli hedge found, quando la tassazione nel nostro paese è uguale alla Svezia. Poi i più furbi e i più scaltri il posto l'hanno trovato: un po' come l'amore o il riprodursi, sfuggendo al ricatto dei padri cinquantenni e sessantenni che preferivano dare la paghetta e comandare loro.

Quando i vertici dell'Inps non rendono noti i dati degli accantonamenti della “gestione separata” - che è quella dei parìa che non avranno diritto a una pensione degna di tale nome - pena la sollevazione popolare penso che sì, ha ragione mio padre quando sornionamente afferma che loro, al nostro posto, avrebbero bruciato la Prefettura, ma sono loro gli stessi che hanno contribuito a creare un mondo in cui, come cento anni fa, si fa carriera solo in maniera univoca: attraverso le relazioni e con le scuole private.

In un mondo ingiusto la Rete sta cercando di far cadere gli invisibili steccati di una società ostile verso una generazione che sarà meno combattiva delle precedenti, ma che comunque non può ridursi unicamente a pagare la pensione dei nonni, le poliennali maternità delle dipendenti pubbliche e le tre giornate lavorate dalle insegnanti meridionali salite al nord che scoprono di essere incinte al quarto giorno senza riuscire a vedere garantita una prospettiva di lungo termine decente.

A chi parla dell'Italia peggiore vorrei solo consigliare di non invitare i giovani ad andare all'estero ad ampliare i propri orizzonti: è sconsolante tornare a casa e capire che nulla è cambiato. Ed è lì che mi rendo conto di appartenere all'Italia, la peggiore.

Fonte: 24Emilia.com

martedì 7 giugno 2011

Dagli anni '70 al 2000 .Donne della Bassa reggiana tra sogni&politica di ieri e di oggi.


Care amiche/i ,
in collaborazione con la Camera del Lavoro Territoriale di Zona e la Lega della SPI di Reggiolo siamo liete/i di invitarvi,
Venerdi 10 giugno 2011
dalle ore 17,30 presso il Centro Sociale "Nino Za" di Reggiolo,
alla presentazione della ricerca storico-sociale:

”DAGLI ANNI SETTANTA AL DUEMILA.DONNE DELLA BASSA REGGIANA TRA SOGNI&POLITICA DI IERI E DI OGGI”
ed alla proiezione del dvd allegato al libro:


STORIE DI LAVORO E MEMORIE DI LOTTA
che  ha visto partecipi le donne e gli uomini nelle lotte sociali e sindacali della Bassa.
 Si parlerà ,di welfare ,di lavoro,di maternità e diritti. Verranno rievocate le lotte sociali e sindacali delle donne della Bassa reggiana,ma anche degli uomini e confrontate con i problemi e le condizioni sociali delle donne e degli uomini di oggi,i cambiamenti avvenuti nella famiglia e nella popolazione.


Saranno presenti la ricercatrice Nadia Caiti, Gardinazzi Lucia collaboratrice nella ricerca ed il regista Nico Guidetti .


Saranno inoltre presenti Anna Salfi (dipartimento delle Pari Opportunità della segreteria Regionale CGIL) e la Sindaco di Reggiolo Barbara Bernardelli.
ll libro sarà disponibile a Reggiolo durante l’iniziativa, oltre che alla Camera del Lavoro di Guastalla (da Gina) , alla libreria INFOSHOP MAG 6 di Reggio, via Sante Vincenzi ,13/4 (laterale di Via Matteotti - Zona Mirabello, alle librerie del Corso e  Gonzaga di Guastalla .

Contiamo sulla vostra presenza . Cordiali Saluti.

p. la Camera Territoriale di Zona - Ciro Maiocchi.
p. Donne Bassa Reggiana- Scappi Anna
p. Terra di Donne - Sara Balbi Settino
Guastalla lì,26/5/2011
P.s - Chi rimane per la cena offerta gratuitamente dagli organizzatori è pregata/o di prenotare ai seguenti numeri :


CDL di Reggiolo 0522- 972142 CDL di Guastalla 0522-826446


martedì 24 maggio 2011

E' Uscito!

In questi giorni è uscito, e sono partite le presentazioni, del volume di ricerca storica nato dalla volontà dell'originario gruppo della nostra associazione, Donne Bassa Reggiana.
Il volume dal titolo
 
DAGLI ANNI SETTANTA AL DUEMILA DONNE DELLA BASSA REGGIANA TRA SOGNI E POLITICA DI IERI E DI OGGI A cura di Nadia Caiti

ha visto la collaborazione della CGIL e dei comuni di Gualtieri, Luzzara, Reggiolo e Novellara.
Nei prossimi giorni verrà presentato in giro per la provincia, ma presto potrete leggere un anticipazione..

Il libro sarà acquistabile ad ogni iniziativa.

giovedì 21 aprile 2011

Bella ciao. e ODIO GLI INDIFFERENTI (Antonio Gramsci)


Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci    (1917)

E’ una pagina conosciuta, letta e riletta decine di volte. Ma provate a rileggerla oggi, ad alta voce, da soli. Poi provate a stare fermi e vi accorgerete che siamo tutti chiamati e nessuno può tirarsi indietro. Nessuno.
Odio gli indifferenti. Credo come  Federico Hebbels “che vivere voglia dire essere partigiani.” Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
Tra l’assenteismo e  l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano.
 Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
11 febbraio 1917
 Antonio Gramsci. 1891-1937. Condannato a 20 anni di carcere, dopo 11 anni di prigione mussoliniana, per evitare che quel “cervello pensi” (ebbe a dire Mussolini), muore in una clinica a Roma (Quisisana) per emorragia cerebrale, dove per 2 anni il regime fascista, per evitare che l’uomo più amato del proletariato italiano muoia in una cella ,lo trasferisce continuamente , concedendogli la libertà, solo quando oramai già gravemente troppo malato.

25/4/2011 Una giornata di memoria, di coesione civile e democratica.

     
       COMUNICATO  ANPI E TERRA DI DONNE – GUASTALLA

              Donne  e uomini della Resistenza nella  Bassa reggiana.

“25 Aprile 2011” -  Una giornata di memoria, di coesione  civile e  democratica .

La dominazione nazi-fascista  fu riscatta dai partigiani e  partigiane che dopo l’8 Settembre 1943 con l’aiuto degli alleati diedero vita a quel grande movimento di nome Resistenza per ristabilire e sviluppare la Democrazia e lo Stato di Diritto. La   riscattarono i partigiani e partigiane  delle tante e diverse formazioni combattenti,  ( vedi qui nella Bassa la 77a Brigata S.A.P., diventata “Fratelli Manfredi “dopo il sanguinoso eccidio di Villa Sesso), i contadini delle nostre campagne,-la famiglia Rossi di S.Vittoria – gli operai  delle nostre fabbriche (vedi le operaie/i della Mossina di Guastalla  che rallentavano la produzione dei contenitori di legno adibiti al trasporto delle   munizioni per l’esercito repubblichino ) , le donne forti delle nostre case che in  silenzio ospitavano , curavano e sfamavano i partigiani feriti e i coraggiosi  politici del CLN.

Per commemorare  la festa del 25/aprile  è doveroso pertanto ricordare  anche il contributo e il sacrificio  che le donne diedero alla Resistenza . Donne normali, donne come tante , come le nostre nonne , sorelle,madri,figlie , come testimoniano  ancora oggi gli oramai anziani partigiani. Donne semplici quindi , che hanno scelto di lottare  per la rinascita della democrazia. Hanno operato silenziosamente: portavano armi e munizioni, messaggi, vettovagliamenti, davano soccorso ai feriti, svolgevano funzioni di collegamento tra un distaccamento e l’altro  ( Velia Vallini di Novellara e Leda Colombini di Fabbrico ) e non è che non avessero  paura di morire: mettevano nel conto la cattura  la  tortura , e la morte, senza parlare, ma questo non le impediva di agire .

Molte di loro furono violentate e torturate . Esemplare la figura della giovane partigiana di Gonzaga: Eler Valentina Giubertoni raccontata nel bel libro :” Morire d’agosto” - ed.Omia - morta dopo cinque mesi dalla Liberazione a causa delle torture e violenze subite dai fascisti a Gonzaga . Ma ci sono anche altre figure di staffette e partigiane, il cui compito non era certo facile e meno rischioso dei combattenti partigiani.

Nella Bassa ricordiamo appunto le componenti della 77° Brigata S.A.P. (*
Per Guastalla ( partigiane,patriote e benemerite )
Bernardelli Fernanda ( partigiana) Pazzi Annunciata ( partigiana) , Pazzi Iole (partigiana ) , Simonazzi Sarda ( partigiana),e Bernardelli Ines (benemerita), Fanti Ada (patriota), Vasconi Cesarina ( benemerita) , Malaguti Lolita (patriota) e Radighieri Valentina (benemerita) , Freddi Amabile (patriota
Per Luzzara ( partigiane )
Tagliavini Dora e Daffini Iva
Per Gualtieri ( partigiane)
Formentini Elda, Landini Elda, Reggiani Teresita,  Garuti Ines ( partigiana caduta),  con la figlia Rossi Bruna ( partigiana caduta)  , violentata, ed uccisa insieme al padre Giuseppe Rossi.  Ospitavano nella loro casa le riunioni della Brigata S.A.P . Si salvarono i figli più piccoli Gianni e Bruno. 
Per Novellara (partigiane)
Beltrami Marta ,Bonini Avde, Bussei Clede,  Crotti Ida, Davoli Dilva , Folloni Maria, Lamelli Dimma , Marani Valentina, Rabitti Adelma, Rapacchi Rina, Righi Pierina, Vallini Velia . 
Per Reggiolo ( partigiane)
Andreoli Liliana ,Bulgarelli Oriele , Freddi Ester, Lotti Tosca, Martinelli Magda,Odini Ines. 
Per Boretto ( partigiana)
Costa Luigia.
Per Brescello ( partigiane)
Annigoni Celina, Bacchi  Palazzi Leda ,Fochi Iora, Friggeri Iora, Poliotto Alma,Varacca Rina, Zanichelli Ariella.
Per Poviglio (partigiane)
Barbieri Adele,Barbieri Costantina, Becchi Costantina,Bonvicini Italina,Brugnoli Ave,Conti Alide, Curti Lina,Davoli Ada,Manghi Velia,Manghi Zaira , Mazzieri Rosina, Melloni Fernanda,Menozzi Maria,Mori Anna,Righi Zelmina,Paini Ines,Rossi Aurora,Spagna Jolanda.

Le donne della Bassa  distribuite negli 8 Comuni,impegnate nella Brigata S.A.P. Fratelli Manfredi furono 131,  pari al 17% - di tutti i  componenti della Brigata.

E’con spirito civile e morale che abbiamo quindi aderito e collaborato come Terra di Donne - Associazione  Bassa Reggiana – insieme all’Anpi e al Comune di Guastalla, alla Giornata Nazionale della Liberazione . Per ricordare , trasmettere la memoria e onorare oltre ai caduti e i combattenti della Resistenza , le donne che hanno contribuito alla nostra liberazione ed emancipazione:  mondine ,operaie , intellettuali braccianti. Donne di diverse estrazioni sociali, politiche , e religiose.

Abbiamo nel cuore tutti i nostri partigiani/e, i patrioti/e e i benemeriti/e, vivi e morti,  gli internati/e  nei campi di concentramento,  e i giustiziati per rappresaglia (come il guastallese  Camurri Quarto fucilato insieme ai sette fratelli Cervi) , ai quali/e  dobbiamo essere riconoscenti e  dire un grazie a tutti loro .

Riteniamo comunque che questo sia certamente un elenco parziale , non compresivo di tutte le donne che hanno dato il  loro contributo  alla Resistenza. 

Guastalla, 25 Aprile  2011 

(*)   Per    problemi di   spazio      si    sono    annoverati  , solo   per   Guastalla, tutti  gli apporti
       dati   dalle donne  alla Resistenza - in   quanto partigiane,patriote e  benemerite - ,così come
       indicato   nella   pubblicazione  di Guido  Laghi in“ La 77^Brigata S.A.P.- Fratelli Manfredi”.    
      Ed.  Artestampa (Ravenna1985)