giovedì 21 aprile 2011

Bella ciao. e ODIO GLI INDIFFERENTI (Antonio Gramsci)


Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci    (1917)

E’ una pagina conosciuta, letta e riletta decine di volte. Ma provate a rileggerla oggi, ad alta voce, da soli. Poi provate a stare fermi e vi accorgerete che siamo tutti chiamati e nessuno può tirarsi indietro. Nessuno.
Odio gli indifferenti. Credo come  Federico Hebbels “che vivere voglia dire essere partigiani.” Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
Tra l’assenteismo e  l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano.
 Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
11 febbraio 1917
 Antonio Gramsci. 1891-1937. Condannato a 20 anni di carcere, dopo 11 anni di prigione mussoliniana, per evitare che quel “cervello pensi” (ebbe a dire Mussolini), muore in una clinica a Roma (Quisisana) per emorragia cerebrale, dove per 2 anni il regime fascista, per evitare che l’uomo più amato del proletariato italiano muoia in una cella ,lo trasferisce continuamente , concedendogli la libertà, solo quando oramai già gravemente troppo malato.

25/4/2011 Una giornata di memoria, di coesione civile e democratica.

     
       COMUNICATO  ANPI E TERRA DI DONNE – GUASTALLA

              Donne  e uomini della Resistenza nella  Bassa reggiana.

“25 Aprile 2011” -  Una giornata di memoria, di coesione  civile e  democratica .

La dominazione nazi-fascista  fu riscatta dai partigiani e  partigiane che dopo l’8 Settembre 1943 con l’aiuto degli alleati diedero vita a quel grande movimento di nome Resistenza per ristabilire e sviluppare la Democrazia e lo Stato di Diritto. La   riscattarono i partigiani e partigiane  delle tante e diverse formazioni combattenti,  ( vedi qui nella Bassa la 77a Brigata S.A.P., diventata “Fratelli Manfredi “dopo il sanguinoso eccidio di Villa Sesso), i contadini delle nostre campagne,-la famiglia Rossi di S.Vittoria – gli operai  delle nostre fabbriche (vedi le operaie/i della Mossina di Guastalla  che rallentavano la produzione dei contenitori di legno adibiti al trasporto delle   munizioni per l’esercito repubblichino ) , le donne forti delle nostre case che in  silenzio ospitavano , curavano e sfamavano i partigiani feriti e i coraggiosi  politici del CLN.

Per commemorare  la festa del 25/aprile  è doveroso pertanto ricordare  anche il contributo e il sacrificio  che le donne diedero alla Resistenza . Donne normali, donne come tante , come le nostre nonne , sorelle,madri,figlie , come testimoniano  ancora oggi gli oramai anziani partigiani. Donne semplici quindi , che hanno scelto di lottare  per la rinascita della democrazia. Hanno operato silenziosamente: portavano armi e munizioni, messaggi, vettovagliamenti, davano soccorso ai feriti, svolgevano funzioni di collegamento tra un distaccamento e l’altro  ( Velia Vallini di Novellara e Leda Colombini di Fabbrico ) e non è che non avessero  paura di morire: mettevano nel conto la cattura  la  tortura , e la morte, senza parlare, ma questo non le impediva di agire .

Molte di loro furono violentate e torturate . Esemplare la figura della giovane partigiana di Gonzaga: Eler Valentina Giubertoni raccontata nel bel libro :” Morire d’agosto” - ed.Omia - morta dopo cinque mesi dalla Liberazione a causa delle torture e violenze subite dai fascisti a Gonzaga . Ma ci sono anche altre figure di staffette e partigiane, il cui compito non era certo facile e meno rischioso dei combattenti partigiani.

Nella Bassa ricordiamo appunto le componenti della 77° Brigata S.A.P. (*
Per Guastalla ( partigiane,patriote e benemerite )
Bernardelli Fernanda ( partigiana) Pazzi Annunciata ( partigiana) , Pazzi Iole (partigiana ) , Simonazzi Sarda ( partigiana),e Bernardelli Ines (benemerita), Fanti Ada (patriota), Vasconi Cesarina ( benemerita) , Malaguti Lolita (patriota) e Radighieri Valentina (benemerita) , Freddi Amabile (patriota
Per Luzzara ( partigiane )
Tagliavini Dora e Daffini Iva
Per Gualtieri ( partigiane)
Formentini Elda, Landini Elda, Reggiani Teresita,  Garuti Ines ( partigiana caduta),  con la figlia Rossi Bruna ( partigiana caduta)  , violentata, ed uccisa insieme al padre Giuseppe Rossi.  Ospitavano nella loro casa le riunioni della Brigata S.A.P . Si salvarono i figli più piccoli Gianni e Bruno. 
Per Novellara (partigiane)
Beltrami Marta ,Bonini Avde, Bussei Clede,  Crotti Ida, Davoli Dilva , Folloni Maria, Lamelli Dimma , Marani Valentina, Rabitti Adelma, Rapacchi Rina, Righi Pierina, Vallini Velia . 
Per Reggiolo ( partigiane)
Andreoli Liliana ,Bulgarelli Oriele , Freddi Ester, Lotti Tosca, Martinelli Magda,Odini Ines. 
Per Boretto ( partigiana)
Costa Luigia.
Per Brescello ( partigiane)
Annigoni Celina, Bacchi  Palazzi Leda ,Fochi Iora, Friggeri Iora, Poliotto Alma,Varacca Rina, Zanichelli Ariella.
Per Poviglio (partigiane)
Barbieri Adele,Barbieri Costantina, Becchi Costantina,Bonvicini Italina,Brugnoli Ave,Conti Alide, Curti Lina,Davoli Ada,Manghi Velia,Manghi Zaira , Mazzieri Rosina, Melloni Fernanda,Menozzi Maria,Mori Anna,Righi Zelmina,Paini Ines,Rossi Aurora,Spagna Jolanda.

Le donne della Bassa  distribuite negli 8 Comuni,impegnate nella Brigata S.A.P. Fratelli Manfredi furono 131,  pari al 17% - di tutti i  componenti della Brigata.

E’con spirito civile e morale che abbiamo quindi aderito e collaborato come Terra di Donne - Associazione  Bassa Reggiana – insieme all’Anpi e al Comune di Guastalla, alla Giornata Nazionale della Liberazione . Per ricordare , trasmettere la memoria e onorare oltre ai caduti e i combattenti della Resistenza , le donne che hanno contribuito alla nostra liberazione ed emancipazione:  mondine ,operaie , intellettuali braccianti. Donne di diverse estrazioni sociali, politiche , e religiose.

Abbiamo nel cuore tutti i nostri partigiani/e, i patrioti/e e i benemeriti/e, vivi e morti,  gli internati/e  nei campi di concentramento,  e i giustiziati per rappresaglia (come il guastallese  Camurri Quarto fucilato insieme ai sette fratelli Cervi) , ai quali/e  dobbiamo essere riconoscenti e  dire un grazie a tutti loro .

Riteniamo comunque che questo sia certamente un elenco parziale , non compresivo di tutte le donne che hanno dato il  loro contributo  alla Resistenza. 

Guastalla, 25 Aprile  2011 

(*)   Per    problemi di   spazio      si    sono    annoverati  , solo   per   Guastalla, tutti  gli apporti
       dati   dalle donne  alla Resistenza - in   quanto partigiane,patriote e  benemerite - ,così come
       indicato   nella   pubblicazione  di Guido  Laghi in“ La 77^Brigata S.A.P.- Fratelli Manfredi”.    
      Ed.  Artestampa (Ravenna1985)