lunedì 28 settembre 2009

Riflessioni

Il progetto che stiamo cercando di costruire mi sembra importante,ogni giorno di più, e trova conferma in alcuni autorevoli pareri.Ci stiamo caratterizzando come "nuovo movimento". Movimento delle donne inteso come una apertura,una globalizzazione degli interessi e del campo di interventi per affermare, come dice nel suo articolo Tiziana Bartolini sull'Unità di martedì 8 settembre, una visione di genere ampia, allargata a tutti i settori. Dice: "Il punto non è vedere in TV più donne che parlano di politica nello stesso modo degli uomini, ma far passare, con voce e sguardo femminile, idee nuove della politica, del mondo, dell'economia."
Non è forse questo il percorso che stiamo facendo? Credo proprio che sia il cammino che abbiamo intrapreso. E cito ancora una lettera dal giornale l'Unità dello stesso giorno che mi pare illuminante per procedere con convinzione su di un terreno "nuovo" rispetto al femminismo che ci sta alle spalle: "Occorre che accanto alle firme del femminismo storico ci siano anche le voci di donne che appartengono alle giovani generazioni per vedere come queste ultime percepiscono, interpretano ed elaborano queste problematiche. Il nodo cruciale è come coinvolgere e dialogare con le più giovani, altrimenti continuiamo a parlare tra di noi ma senza creare nessuna reale corrispondenza con il mondo circostante. L'unica possibilità di dare un futurol movimento passa solo dal dialogo con le più giovani anche quelle più riottose a definirsi femministe."

Giuliana B.

1 commento:

  1. certo, d'accordo, ma non dappertutto come il prezzemolo! Il coinvolgimento delle nuove generazioni è fuori discussione,ma torniamo sempre ai modi per farlo e torniamo all'educazione, ai modelli, a quel senso di disinteresse collettivo a cui ultimamente ci hanno abituati......occorre una rivalutazione molto incisiva dello specifico femminile, che nel tempo secondo me si è perso, non per sottolineare sempre e solo delle differenze, ma anzi proprio per eliminarle Sto pensando al funzionamento dei servizi sociali, ai bambini costretti a subire l'educazione dei nonni, agli anziani tanto "amati" e sempre tra "i piedi" Sto pensando al'immagine esageratamente orrenda sul nostro corpo : tutte belle, perfette, felici E' mai possibile che una donna nel terzo millennio non possa essere autonoma, autosufficiente, avere una vita vivibile e gratificante esaltando la propria intelligenza, le proprie capacità, l'alto senso di responsabilità ( che quasi geneticamente possiede!) senza essere "copia" di qualcosa o di qualcuno ? Secondo me, noi donne abbiamo le carte giuste per cambiare il mondo !

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