sabato 4 aprile 2009

Dati sulla violenza sulle donne

Quasi 130 milioni (rapporto UNICEF 2000) di donne in tutto il mondo vengono sottoposte alla pratica della mutilazione genitale femminile. Circa 60 milioni di donne sono sparite dalle statistiche demografiche perché vittime delle loro stesse famiglie, uccise deliberatamente o per negligenza, soltanto perché di sesso femminile (rapporto UNICEF 2000) In base a ricerche condotte nei paesi occidentali industrializzati , dal 20% al 30% delle donne subiscono violenza dal proprio partner o ex-partner.
Dati Eures
Ultimi dati Ricerca Eures. Un omicidio su 4 avviene in famiglia. il 70% delle vittime sono donne
L'ultima ricerca dell'Eures, relativa al 2004, dimostra che un omicidio su quattro in Italia avviene in famiglia, tra le mura domestiche. Il 70% delle vittime sono donne, soprattutto casalinghe, uccise quasi unicamente per ragioni passionali o in seguito a liti e difficoltà in famiglia.
Gli omicidi in famiglia (187 su un totale di 710 nel 2004, con una percentuale del 26,7%) avvengono soprattutto al centro (47,6%) e al nord (38,2), mentre solo il 16% al sud. Il maggior numero di omicidi domestici avviene nel Nord Italia (83, pari al 44,4%) contro i 64 del Sud (34,2%) ed i 40 del Centro (21,4%).
In 7 casi su 10 la vittima è una donna e in 8 su 10 l'autore è un uomo. Il maggior numero di omicidi domestici avviene nel nord Italia (il 44,4%) contro il 34,2 del sud e il 21,4% del Centro. Il numero più alto di vittime si registra oltre i 64 anni e nella fascia 35-44 anni.
Un più elevato rischio risulta peraltro già presente tra le minori, con 16 vittime di sesso femminile rispetto alle 8 di sesso maschile. Nell'80% dei casi a uccidere è l'uomo, ha tra i 25 e i 44 anni (40,8%) e lo fa con la pistola (39,5%). Una volta commesso l'omicidio nel 67,4 dei casi l'assassino si costituisce, nel 24,1 si uccide, nel 7,5 tenta il suicidio e nell'1,1 fugge, ma nella maggior parte dei casi viene poi arrestato. Uccide per ragioni passionali (23%), liti (23%) o disturbi psichici (12,8%).
I dati sono contenuti nel rapporto 2005 " L'omicidio volontario in Italia" curato da Eures ed Ansa.
In Italia
A livello nazionale, i dati sul fenomeno sono forniti dall’'Istat, che per la prima volta ha svolto un’indagine sull’intero territorio italiano interamente dedicata al fenomeno delle violenza fisica e sessuale contro le donne. Il campione comprende 25 mila donne tra i 16 e i 70 anni, intervistate da gennaio a ottobre 2006 con tecnica telefonica. Vengono misurati tre diversi tipi di violenza:
la violenza fisica è graduata dalle forme più lievi a quelle più gravi: la minaccia di essere colpita fisicamente, l’essere spinta, afferrata o strattonata, l’essere colpita con un oggetto, schiaffeggiata, presa a calci, a pugni o a morsi, il tentativo di strangolamento, di soffocamento, ustione e la minaccia con armi
per violenza sessuale vengono considerate le situazioni in cui la donna è costretta a fare o a subire contro la propria volontà atti sessuali di diverso tipo: stupro, tentato stupro, molestia fisica sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati subiti per paura delle conseguenze, attività sessuali degradanti e umilianti
le forme di violenza psicologica rilevano le denigrazioni, il controllo dei comportamenti, le strategie di isolamento, le intimidazioni, le forti limitazioni economiche subite da parte del partner.
Da tale indagine risulta che:
6 milioni 743 mila le donne vittime di violenza, pari al 31,9%
il 23,7% ha subito violenze sessuali (5 milioni)
il 18,8% ha subito violenze fisiche (3 milioni 961 mila)
il 4,8% ha subito stupri o tentati stupri (1 milione)
il 18,8% ha subito comportamenti persecutori (stalking) (2 milioni 77 mila)
7 milioni 134 mila hanno subito violenza psicologica.

1 commento:

  1. Ma negli otto Comuni della Bassa Reggiana quante sono le donne che vengono picchiate , maltrattate, o che subiscono violenza e passano dal pronto soccorso? C'é qualcuna che sa qualcosa? Invitiamo le operatrici dei Servizi Socio Sanitari a raccontarci il loro sapere. Forse insieme alle istituzioni possiamo pensare di mettere in campo qualche iniziativa.

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